Penitenza e continenza in San Luigi di Gonzaga, Santo che col suo esempio protegge dalle malattie veneree

Ispirandoci alla vita del giovane santo, vergine e penitente, a lui possiamo dedicare l’impegno quaresimale nel dominare le passioni carnali disordinate, veicolo di malattie fisiche e spirituali.

Ebbene sì: anche l’AIDS, che ha mietuto oltre 36 milioni di vite – e che continua a uccidere!- ha il suo santo da pregare per essere contrastata. L’unico modo per combattere contro alle epidemie di malattie sessualmente trasmissibili è la pratica di un minimo di continenza. La pandemia di AIDS è stata una delle più gravi emergenze sanitarie della storia moderna. Scoperta nei primi anni ’80, la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita è causata dal virus dell’HIV, Virus dell’Immunodeficienza Umana. L’HIV attacca il sistema immunitario, compromettendo la capacità del corpo di difendersi dalle infezioni e dalle malattie. La malattia si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, causando milioni di morti e influenzando profondamente la società, la cultura e l’economia. Proprio come la peste a fine cinquecento.

San Luigi di Gonzaga, nato nel 1568, è stato un nobile italiano che ha rinunciato alla sua eredità e alle ricchezze per dedicarsi alla vita religiosa ed è morto aiutando gli ammalati di peste. Era il primogenito di Ferrante di Gonzaga, marchese di Castiglione. Luigi era un bel giovinetto ricco e molto intelligente, ma diverso dagli altri. I suoi coetanei adolescenti di nobili natali, inebriati dai piaceri della vita, giocavano a carte, si ubriacavano e, dilettandosi un po’ troppo con fanciulle di dubbia moralità, si infettavano di sifilide ed altri sgradevoli inconvenienti causati da una condotta affettiva non proprio indice di rigore morale. Giovanni Boccaccio e François Rabelais, nelle loro opere, ci parlano della vita dissoluta dei giovani altolocati di quei tempi che, tra tresche, balli, sessualità disordinata e “poliamore” si divertivano nel vizio esattamente come fanno certi giovani di oggi, con l’unica differenza che non possedevano instagram per condividere col pubblico le loro prodezze sessuali o ludiche.

San Luigi di Gonzaga. Col giglio, il teschio e la frusta

 Luigi, al contrario, mostrò fin da giovane un forte interesse per la vita spirituale e, nonostante le obiezioni della famiglia, entrò nell’Ordine Gesuita all’età di 17 anni. La sua vita è stata caratterizzata da una profonda devozione religiosa e da un rigore morale eccezionale. Egli, morto precocemente in seguito alle sue azioni caritatevoli, venne beatificato 14 anni più tardi da papa Paolo V il 19 ottobre 1605. Il 31 dicembre 1726 venne canonizzato da papa Benedetto XIII. Lo stesso papa lo dichiarò «protettore degli studenti» nel 1729. Data la giovane età ed essendo stato brillante allievo del Cardinal Bellarmino, colui che ebbe un ruolo importantissimo nell’analizzare i testi di Galileo Galilei e Giordano Bruno alla ricerca di fatti incompatibili col magistero, nel 1926 fu proclamato patrono della gioventù cattolica da papa Pio XI. Grazie al suo autocontrollo, all’ascetismo e al fervore con cui si dedicava alla continenza, nel 1991 Giovanni Paolo II, impegnatissimo nella lotta contro alla liberazione sessuale del 1968 per mezzo delle sue catechesi sulla Teologia del Corpo, lo nominò patrono dei malati di AIDS. Le epidemie di malattie veneree non possono essere solo combattute per mezzo delle medicine e dei vaccini fatti alle ragazzine di 11 anni contro al Papilloma Virus: vanno prevenute grazie ad un’adeguata educazione affettiva nei giovani. Gli adolescenti hanno bisogno di essere educati al valore del rispetto del proprio corpo, dovrebbero praticare un minimo di continenza e per essere più sereni dovrebbero desiderare un matrimonio bello e stabile e disprezzare teoria come il “poliamore” o “ le coppie aperte” altrimenti il rischio di inciampare in brutte malattie è alto.

Il rigore morale di Luigi di Gonzaga è un prezioso esempio di castità e verginità a cui gli adolescenti ( e gli adulti!) di oggi possono ispirarsi per vivere la quotidianità seguendo le virtù cristiane, ed in particolare la continenza.Il suo impegno costante nella penitenza, che giungeva sino all’estremo gesto della mortificazione col flagello a nove code, lo aiutava a domare la concupiscenza. Il suo esempio, ne dominio delle passioni e delle pulsioni della carne, è utile per non cascare nelle insidie di una sessualità disordinata, portatrice di malinconia e tristezza e, nei peggiori dei casi, di AIDS e altre morbosità poco eleganti. San Luigi di Gonzaga è morto a soli 23 anni di peste ed è rappresentato con un giglio, indice di purezza, e con un teschio in mano, simbolo del suo impegno nella penitenza in vista dei beni eterni. “Ricordati uomo che polvere sei e polvere tornerai!” Questo lemma, con cui si inaugura la quaresima, dev’essere per tutti, assieme all’esempio di questo giovane santo, preziosa fonte da cui attingere la forza per compiere, durante il periodo pre-pasquale un po’ di sacrifici materiali in vista della salvezza dell’anima.

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